David

Intervista con David

David Encinas, originario di Madrid, è uno studente di ingegneria iscritto ad un Master in Business Administration a Parigi. É arrivato alla Maison de l’Italie nell’ottobre 2013, ed è diventato vice-presidente del comitato dei residenti della Maison.

L’atmosfera internazionale che si respira qui alla Cité Universitaire ti ha facilitato nelle relazioni sociali?
Per me è stato essenziale. La Cité è un’esperienza interessante, ma più interessanti sono le persone che ci vivono. Sennò sarebbe soltanto un parco con delle case. Lo ritengo il luogo migliore di Parigi, qui ci sono tantissimi studenti, ma anche persone che hanno già finito i loro studi, che fanno un dottorato, e poi musicisti, artisti, la media di età è più vicina ai trenta che ai venti. L’ambiente è molto vivo a livello culturale, non si tratta di una semplice residenza, ci sono persone che hanno tanti interessi, percorsi diversi e molte storie da raccontare.

Hai incontrato delle persone particolarmente interessanti?
Sì, accade tutti i giorni. Per esempio, il primo giorno alla Maison d’Éspagne sono andato a fare il bucato e ho incontrato una ragazza italiana, siamo rimasti due ore a parlare di fisica delle particelle e dei raggi gamma, è stato molto interessante! Ho l’impressione che quando ti siedi a cena stai condividendo la tavola con dieci ragazzi di cui quattro magari stanno lavorando a una cura contro il cancro, tre studiano fisica delle particelle, due studiano storia, filologia, e parlando di un argomento qualsiasi ho come l’impressione che queste persone abbiano un sacco di cose da raccontarmi, bisogna soltanto fare la domanda giusta.

Quali sono gli aspetti che reputi più importanti dell’esperienza che stai facendo qui?
A livello personale, sicuramente gli incontri giornalieri con le persone. Purtroppo può succedere che conoscerai persone che resteranno qui soltanto per poco tempo, con cui farai delle cose assieme ma che poi partiranno, forse un giorno le rivedrai… per me l’essenziale sono sempre le persone. E poi la sensazione di vivere all’interno di una comunità, siamo tutti lontani dalle nostre case, le persone con cui viviamo diventano una nuova famiglia, solo che è composta da 150 persone.

Consiglieresti questa esperienza ad altri?
Sì, la consiglierei a tutti. É da quando sono fuori che non faccio altro che dire ai miei amici “dovete uscire, fare un’esperienza all’estero!”. E da quando sono qui… non faccio altro che dirgli “venite alla Cité!” – Però puoi venire se fai parte di un percorso formativo, ci sono pochi studenti che seguono master come me per esempio.