Giorgia

Intervista a Giorgia

Giorgia ha soggiornato alla Maison de l’Italie tra il 2015 e il 2016 grazie a un programma erasmus e di cotutela tra l’Università di Pisa e l’École Pratique des Hautes Études (EPHE) di Parigi. Ha studiato storia contemporanea, in particolare storia del lavoro e delle istituzioni. Oggi vive a Varsavia dove sta concludendo un master in studi europei.

Come sono andati i primi giorni qui alla Maison de l’Italie?

Sebbene inizialmente fossi spaventata all’idea di partire, oggi sono arrivata a pensare che vivere qui mi abbia in qualche modo cambiato la vita. Se fossi rimasta a Pisa, ci sarebbero state tante cose che non mi sarei mai sognata di fare. Sin dai primi giorni, ho percepito la Cité come un luogo a misura d’uomo – prima di approdare alla Cité avevo abitato un mese in un edificio enorme di nove piani in un quartiere non entusiasmante di Parigi; arrivare qui e vedere il parco dalla mia finestra mi ha fatto un’ottima impressione. Adesso mi ci sento a casa.

In che modo pensi che questa esperienza ti abbia “cambiato la vita”?

Mi ha sicuramente dato tanto come esperienza di vita. Dal punto di vista accademico, ha arricchito il mio percorso universitario, che era cominciato a Pisa. La mia tutor qui a Parigi mi ha poi dato un’accoglienza che non mi aspettavo, e per cui le sono molto grata. L’avevo contattata via mail dopo aver letto un suo libro per chiederle se fosse interessata al mio progetto di tesi, e l’entusiasmo di questa persona mi ha sorpresa. Oltre a questo, vivere qui mi ha fatto crescere dal punto di vista personale. I legami che sono riuscita a crearmi in pochi mesi qui a Parigi mi hanno dato davvero tanto. “Mi ha cambiato la vita” è una frase forte, che di per sé non dice molto. Diciamo che ha cambiato il modo in cui percepisco me stessa e le mie possibilità future.

Trovi ancora attuale l’idea che in origine ha dato impulso alla realizzazione del progetto della Cité Universitaire, ovvero la costruzione di uno spazio in cui le élites mondiali avrebbero potuto apprendere attraverso la convivenza il rispetto per la diversità e la tolleranza reciproca?

In un mondo sempre più globale, probabilmente l’intento della Cité ora è cambiato. Adesso è quello di creare maggiori occasioni di scambio e di incontro tra i giovani che grazie al programma Erasmus viaggiano sempre di più. Mi sembra un modo efficace per “educare alle differenze”. Qui la scarsa conoscenza linguistica non è un freno alla conoscenza reciproca o all’amicizia – io stessa ho imparato il francese solo dopo essermi trasferita qui. La Cité offre l’occasione di incontrare persone che provengono da realtà lontane, ti permette in un certo senso di varcare confini che non avresti mai attraversato. La cosa entusiasmante è che questo succede quotidianamente, basta andare a cena al RestoU!