Leonardo

Intervista a Leonardo

Leonardo è arrivato a Parigi nel 2012 per uno stage in computer networks e ha soggiornato per brevi “courts séjours” in varie maisons della Cité Internationale, tra cui quella della Norvegia e del Canada, poi per due anni alla Maison de l’Italie. Oggi è assegnatario di una posizione post-doc al Télécom ParisTech.

Leonardo, sei stato tra gli organizzatori di una felice iniziativa alla Maison d’Italie, raccontaci com’è iniziata…

Per animare la maison e coinvolgere i residenti in un’attività sociale, abbiamo pensato assieme ad altri ragazzi di organizzare un cineforum. Inizialmente era nato come un’occasione per presentare la cultura italiana ai residenti stranieri, proiettando dei film che hanno fatto la storia del cinema italiano. Poi ci siamo resi conto che la maggior parte delle persone che frequentano il cineforum sono italiani, ma ho notato comunque un interesse e una partecipazione anche da parte dei residenti di altre nazionalità.

Non solo sei coinvolto nell’esperienza del cineforum, ma fai anche parte di un gruppo musicale qui alla Cité…

L’esperienza musicale è nata anche questa grazie a degli incontri fortuiti. Un nostro amico residente in un’altra maison ha invitato me, Stefano, Pasquale e Andrea, anch’essi residenti alla Cité, a partecipare ad una serata musicale. L’esperienza ci è piaciuta e io e Andrea abbiamo deciso di continuare cercando di coinvolgere nel gruppo persone di altre nazionalità, tra cui una ragazza nepalese, un ragazzo francese, e abbiamo organizzato dei concerti anche fuori dalla Cité. L’idea è quella di valorizzare la nostra cultura, proponiamo canzoni di folk-rock italiano, tra cui De André, De Gregori, Gaber, poi con l’aggiunta di Pierre e Juni abbiamo esplorato anche il folk francese e… nepalese! Insomma, world music!

Trovi ancora attuale l’idea che in origine ha dato impulso alla realizzazione del progetto della Cité Universitaire, ovvero la costruzione di uno spazio in cui le élites mondiali avrebbero potuto apprendere attraverso la convivenza il rispetto per la diversità e la tolleranza reciproca?

Sì, mi rendo conto quanto questo sia importante quando l’anno scorso sono stato a visitare l’Iran assieme a degli amici iraniani incontrati a Parigi, che ho poi invitato in Sicilia. Abbiamo illustrato a vicenda le nostre culture e condiviso assieme delle settimane di viaggio indimenticabili. Tornato a casa, mi sono reso conto che alcune cose che conoscevo solo per sentito dire non solo riuscivo a capirle ma mi sembravano ragionevoli per quel sistema culturale. Conoscere realtà diverse è ancora oggi fondamentale. Detto questo, la conoscenza reciproca che avviene qui alla Cité può certamente prevenire razzismo e xenofobia. Più si viaggia e si conosce dell’altro, più si diventa tolleranti.