Giampiera Arrigoni si è laureata in Filologia greco-latina nel 1967 e insegna Religioni del Mondo Classico presso l’Università degli Studi di Milano. Le tematiche che ha affrontato nel corso della sua ricerca sono legate alla mitologia, a religione greca e romana, la storiografia.
Pensieri sulla mia Maison de l’Italie
Sono stata alla Maison de l’Italie dal novembre 1975 al giugno 1976. Era la mia seconda esperienza internazionale , la prima fu a Bonn quando ero ancora laureanda. Sono arrivata una mattina di novembre con una borsa di studio del Ministero degli affari esteri, al tempo ero già assistente ordinaria alla Statale di Milano (cattedra di Letteratura latina). Vi sono arrivata sull’onda di un mio lavoro sul mito di Atalanta, di cui avevo già mandato una versione preliminare a Marcel Detienne, Directeur d’études alla Ecole Pratique. La stanza che mi fu assegnata alla Maison era totalmente sguarnita, non c’era neppure un chiodo per appendere il cappotto. Con un ragazza di Parma, Giovanna Guidorossi, venuta a Parigi per studiare Antropologia, andammo a un supermercato vicino per comprare viveri e l’essenziale per cucinare. La cucina della Maison era di fatto impraticabile però al mattino funzionava una “caffette” molto spartana, ma anche simpatica, tenuta da studenti della Maison. Alla Maison ho poi fatto conoscenza con altre borsiste, l’amica filosofa Marisa (Anna) De Pace con Piero Gambrioli, medico ortopedico, la filosofa di Pavia Carla Casagrande e un’altra antropologa di Messina. Quasi tutte sono poi diventate professoresse nelle loro università. La vita alla Maison era molto vivace: si faceva conoscenza con ragazzi delle Maisons vicine (uno scrisse il mio nome in arabo su un’edizione di Teognide che ho tuttora). In genere c’era tra di noi molta solidarietà: ci scambiavamo indirizzi interessanti, informazioni dall’Italia, cose da vedere ecc. Io devo dire che frequentavo molto i francesi dell’Ecole (andavo rigorosamente alle lezioni di Detienne, Pierre Vidal-Naquet, J.- P. Vernant, Nicole Loraux, ma anche di Greimas e di Levi-Strauss) e c’era l’abitudine di pranzare spesso insieme anche coi miei compagni di corso. Con qualcuno sono tuttora in contatto e molto amica. Poi passavo tanto tempo nelle biblioteche della Sorbonne, dell’Ecole Normale, qualche volta anche della Nationale. Il mio anno accademico alla Maison è stato davvero importante, anche dal punto di vista della mia carriera accademica. Ho acquisito conoscenza diretta di un metodo di analisi della mitologia classica che poi, anche grazie al magistero di Arnaldo Momigliano, ho potuto vagliare criticamente. Ho poi tenuto la camera alla Maison anche nel successivo anno accademico 1976-77 e da Milano andavo spesso a Parigi per sentire le lezioni degli amici francesi, sempre molto cordiali con me. Ho tuttora un forte legame d’amicizia specialmente con Marisa De Pace e Piero Gambrioli, ma anche con Carla Casagrande.
Ricordo con piacere Aldo Vitale, che era direttore della Maison: era molto cordiale e una volta l’ho rivisto con piacere a Milano. A dire il vero i francesi mi avevano offerto un lavoro all’Ecole Normale des jeunes filles, ma io mi sentivo (e mi sento tuttora) italiana e così ho preferito tornare in Italia, a Milano, alla mia Università.