Intervista con Guido e Benedetta
Guido e Benedetta sono una coppia di Bergamo che si trova a Parigi grazie ad un contratto post-Doc in Matematica e Fisica. Alla Maison de l’Italie ci sono dei piccoli studio che prevedono la possibilità di accogliere coppie di persone, in cui una delle due figura come congiunto. Ho avuto l’occasione, nel nostro secondo incontro nel 2014, di fotografare Benedetta con il pancione, in attesa del loro primo figlio.
Come va la vita di coppia alla Maison de l’Italie? Come vivete la residenza?
Benedetta: In generale ci troviamo bene qua, c’è anche un’altra coppia e anche loro si trovano bene. Una coppia deve essere molto affiatata per vivere bene in venticinque metri quadrati, pensa che i primi mesi siamo stati in una stanza della stessa categoria ma più piccola di questa, con un solo armadio e senza l’ingresso… per fortuna la segreteria è stata molto gentile, ci ha proposto di cambiare stanza.
Guido: E’ stato quando io ho deciso di prolungare…
Benedetta: In realtà ci troviamo bene, per trascorrerci uno o due anni, è anche un modo di vivere la coppia in compagnia… penso che se uno si trasferisce in una nazione nuova, non ha amici, non ha la famiglia, e secondo me è ottimo avere un posto dove sei molto facilitato a conoscere persone e a trovarne anche della tua stessa nazionalità, perché certe volte all’estero ti fa piacere sentirti a casa.
Come descrivereste la Cité Universitaire a qualcuno che non ha mai sentito parlare?
Guido: E’ difficile da dire perché ogni persona la vive in un modo proprio, ci sono quelli che la vivono come se fossero in un appartamento, poi magari partecipano se c’è qualche attività, ma stanno generalmente per i fatti loro, e c’è chi invece la vive in maniera completamente opposta, oppure chi partecipa alle attività ma poi cena e pranza in camera sua, insomma, ho visto tutta la gamma di comportamenti possibili! Quindi è difficile definire questa esperienza, per me ha significato vivere in un posto dove potevo fare vita sociale in mezzo ad altre persone… a casa mia, senza la necessità di uscire per incontrarle.
Benedetta: Un campus enorme scollegato dall’università, in Italia non c’è niente di paragonabile a questo, con una trentina di residenze universitarie dove vengono accettati solo studenti, ricercatori o artisti. É un luogo dove conoscere tante persone e partecipare a molte attività, sportive e culturali, io stessa ho partecipato a un corso di danza greca con un ragazzo che non parlava nemmeno francese e lo teneva in inglese.
L’idea di fondo della Cité Universitaire era quella di creare un luogo per favorire i rapporti di pace. Pensi che oggi questa idea sia ancora alla base di questo progetto?
Guido: Sicuramente è un luogo dove poter incontrare altre culture, ma forse è un po’ cambiato rispetto all’inizio. Qui ho avuto modo di conoscere soprattutto europei e non penso ci siano differenze abissali tra le nostre culture, anche gli stereotipi tra europei non sono così frequenti. Le feste e le cene restano comunque i momenti principali di interazione dove questo scambio può effettivamente avvenire.